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FIAT 131, un cavallo di battaglia

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Rimase in produzione per undici anni.

 

La FIAT 131 fu presentata cinquant’anni fa, nell’Autunno del 1974, al Salone di Torino. Era un periodo molto difficile per tutti: da un anno era in atto la crisi petrolifera e l’inflazione galoppava a causa del rincaro dei costi energetici.

Chiamata a sostituire un modello di successo come la 124, la 131 Mirafiori (omaggio al nome dello stabilimento d’assemblaggio dove sarebbe stata prodotta) riprendeva dalla progenitrice i motori e lo schema meccanico tradizionale (propulsore posto anteriormente e trazione posteriore). Due i motori iniziali (1.297 cc e 1.585 cc a benzina) e tre i tipi di carrozzeria (berlina a 2 e a 4 porte più la familiare).

Giudicata molto sicura dai severi organi competenti americani, la 131 fu proposta in California come station wagon denominata Brava e Superbrava con motore 1.800 derivato da quello della 132.

Nel 1976 fu presentata la 131 Abarth Rally, prodotta in 400 esemplari per essere omologata per poter partecipare al Mondiale Rally (che vincerà tra volte: nel 1977, 1978 e 1980). Il motore era un 1.995 cc bialbero a 16 valvole da 140 CV (che diventavano 235 CV in quella da corsa).

Nel 1977 tre 131 Abarth da corsa con un inedito motore Diesel furono iscritte alla maratona Londra-Sidney: il team, capeggiato dall’ex-pilota di Formula 1 Giancarlo Baghetti, ne portò dopo 21 giorni due al traguardo di una gara lunga 30.000 chilometri. Ed una cooperativa di tassisti australiani ne ordinò subito un bel quantitativo a scatola chiusa!

Al Salone di Ginevra della Primavera 1978, esordì la seconda serie: nuovo frontale con fari specifici a seconda degli allestimenti, interni più curati e meglio rifiniti e ritorno dei motori bialbero. Entrò in gamma la Supermirafiori, caratterizzata da un allestimento particolarmente completo.

Sempre nel 1978 subito dopo il Salone di Torino (svoltosi da Aprile-Maggio) entrò in produzione la 131 Diesel, che si distingueva per la “gobba” sul cofano motore: sotto il cofano c’eranomotori Diesel di 2,0 e 2,5 litri prodotti dalla Sofim di Foggia. A Settembre arrivò la 131 Racing, solo a 2 porte, con motore 2 litri da 115 CV.

Infine, nel 1981, quando la produzione della seconda serie era terminata, fu realizzato un piccolo lotto su ordinazione ed a esaurimento della Racing Volumetrico Abarth, con carrozzeria a 2 porte ed allestimento estetico identico a quello della Racing, nuove ruote in lega dal disegno specifico, marchietti Abarth identificativi e motore bialbero di 1.995 cc sovralimentato con compressore volumetrico a lobi, per una potenza massima di 140 CVi.

Sempre nel 1981 fu introdotta la terza serie; a cambiare erano ancora i paraurti, i gruppi ottici posteriori e gli interni. Le Supermirafiori, inoltre, adottarono ruote con anelli cromati ed ampie fasce laterali paracolpi, mentre la Mirafiori conservava i paraurti misti (metallo/plastica). Spariva definitivamente la carrozzeria a 2 porte, mentre gli allestimenti rimanevano due: Mirafiori CL e Supermirafiori. La gamma verso l’alto era completata dalla Supermirafiori 2000/TC spinta dal 2 litri di 1.995 cc della 131 Racing (da 113 CV.

Nel 1983, con l’introduzione della Regata, la 131 berlina uscì dal listino, mentre proseguivae la produzione delle station wagon, ora denominate 131 Maratea, disponibili solo nelle versioni 2000/TC a benzina e 2500 Diesel.  Le 131 Maratea uscirono di produzione nel 1985, rimpiazzate dalle Regata Weekend.

Va detto in chiusura che la 131 fu prodotta anche all’estero su licenza: in Spagna dalla SEAT e in Turchia dalla Tofas. Un modello che ha saputo farsi apprezzare su vari mercati ed anche per un lasso di tempo piuttosto lungo. La 131 è stata prodotta in 1.513.800 esemplari in Italia, in 1.257.651 unità in Turchia e in 356.670 “pezzi” in Spagna.

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